Perin del Vaga

Per introdurre la vita di Piero di Giovanni Bonaccorsi, noto come Perin del Vaga, Giorgio Vasari nelle sue Vite narra del prezioso dono della virtù che il cielo assegna in modo fortuito agli uomini senza guardare alle ricchezze materiali. Ecco perché chiunque, anche proveniente da un ambiente povero, può essere portatore di un talento, che deve poi essere coltivato e sostenuto con l'impegno e il sostegno dei maestri, i quali ricoprono un ruolo fondamentale. L'esempio più celebre è quello di Leonardo da Vinci, figlio illegittimo di un notaio della provincia fiorentina che divenne protagonista della Firenze di Lorenzo il Magnifico, di Andrea del Verrocchio e di Sandro Botticelli.
È il caso, però, anche di Perin del Vaga, nato da padre povero e orfano di madre a soli due mesi, affidato subito a dei parenti, ma oggi grazie all'arte, il suo talento, sepolto nel Pantheon, non lontano dal maestro Raffaello Sanzio.
Così il Vasari: "Il quale nato di padre povero, e rimaso piccol fanciullo abbandonato da’ suoi parenti, fu dalla virtù sola guidato e governato. La quale egli, come sua legittima madre, conobbe sempre, e quella onorò del continovo".

Nato a Firenze nell'anno 1501, mostrò sin da giovane una predisposizione verso l'arte e il disegno, riuscendo così ad entrare nella bottega del figlio di Domenico Ghirlandaio, Ridolfo. Durante questa formazione poté studiare il cartone della Battaglia di Cascina di Michelangelo Buonarroti, vincendo, scrive il Vasari, il premio per la miglior copia.
Fu poi affidato ad un pittore, il Vaga, da cui prese il nome, che aveva bottega vicino a Roma. Stringendo amicizia con Giulio Romano, il migliore allievo del Sanzio, poté entrare a far parte, nel 1518, della prestigiosa bottega del divino Raffaello. Il primo compito assegnatogli fu quello di affiancare il maestro e la sua squadra, composta da vari artisti tra cui, oltre al Romano, Giovan Francesco PenniGiovanni da Udine, nella decorazione delle Logge Vaticane.
A causa del Sacco di Roma si trasferì a Genova, dove rimase per molti anni a lavorare alla Villa del Principe Andrea Doria, sino a quando nel 1539 tornò a Roma a servizio di papa Paolo III Farnese.
Diverse furono le sue opere in Vaticano, tutte estremamente importanti, come le zoccolature della Stanza della Segnatura, dove sono custoditi i capolavori di Raffaello, tra cui la bellissima Scuola di Atene. L'artista si occupò dunque del motivo decorativo di affreschi policromi sottostante gli affreschi.

Nella Sala Regia decorò invece la bellissima volta con un ricco cassettonato a stucchi. Il luogo, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane, contemporaneamente impegnato alla basilica di San Pietro, divide la Cappella Sistina e la Cappella Paolina. Riservato al papa per ricevere i sovrani giunti in visita ufficiale ad omaggiarlo, il luogo presenta varie raffigurazioni delle glorie politiche e militari della Chiesa, di mano, fra gli altri, del Vasari e di Taddeo e Federico Zuccari. Più avanti uno degli apprendisti di Perin del Vaga, Daniele da Volterra, si dedicò agli stucchi delle pareti con bellissimi nudi, omaggio all'anatomia michelangiolesca della Sistina.
"Onde veramente si può dire questa opera, di stucco, di bellezza e di finezza e di difficultà aver passato quante ne fecero mai gli antichi et i moderni, e degna veramente d’un capo della religione cristiana".

Proprio in Sistina, al di sotto del Giudizio universale appena concluso da Michelangelo, Perin del Vaga ebbe il privilegio di porre, anche se temporaneamente, una sua pittura, prima che venisse tessuto l'arazzo da collocare sulla parete.
Scrive Vasari: "Aveva scoperto già Michelagnolo Buonarroti, nella cappella del papa, la facciata del Giudizio, e vi mancava di sotto a dipignere il basamento, dove si aveva appiccare una spalliera d’arazzi tessuta di seta e d’oro, come i panni che parano la cappella; onde, avendo ordinato il Papa che si mandasse a tessere in Fiandra, col consenso di Michelagnolo, fecero che Perino cominciò una tela dipinta della medesima grandezza, dentrovi femmine e putti e termini che tenevono festoni molto vivi, con bizzarrissime fantasie. La quale rimase imperfetta in alcune stanze di Belvedere dopo la morte sua, opera certo degna di lui e dell’ornamento di sì divina pittura".

Alla Pinacoteca di Brera di Milano si può infine osservare il Passaggio del Mar Rosso, un monocromo eseguito ad imitazione di un rilievo bronzeo che mostra Mosè con gli ebrei che indicano l'esercito egiziano travolto dalle acque. Il Vasari afferma che l'opera venne realizzata in un giorno e in una notte in cambio dell'ospitalità del cappellano della basilica di San Lorenzo a Firenze.

Perin del Vaga si spense molto giovane, nel 1547, all'età di solo quarantasette anni. Vasari narra che una sera, mentre si trovava vicino casa a parlare con un amico, riposandosi dalle tante fatiche della giornata, cadde a terra consumato dall'asma.
Fu sepolto nella cappella di San Giuseppe nel Pantheon, in prossimità dell'altare.