Luciano Laurana

Città ideale - attribuita a Luciano Laurana - Urbino, Galleria nazionale delle Marche

Uno tra i patrimoni artistici italiani più preziosi e suggestivi è certamente la cittadina di Urbino, vera e propria "città ideale" per chi volesse coltivare la propria passione per la nobile professione delle arti. Qui ebbe infatti la sua prima formazione Raffaello Sanzio, ma vi lavorarono anche Piero della Francesca, Donato Bramante, Paolo UccelloPietro Perugino, Luca Signorelli, e persino Leonardo da Vinci.
Raffaello è però l'unico che vi nacque, figlio di Giovanni Santi, l'artista di fiducia nonché organizzatore culturale di colui che è stato il committente di tanta bellezza, vale a dire Federico da Montefeltro.

Ritratto di Federico da Montefeltro - Piero della Francesca - Firenze, Galleria degli Uffizi

Con il Palazzo Ducale, il suo Cortile d'onore, capolavoro di armonia e ordine geometrico, la corte di Urbino si impose come uno dei centri culturali principali del Rinascimento.
L'incantevole cortile fu ideato dalle straordinarie abilità architettoniche di Luciano Laurana, che diede qui vita al progetto più melodioso e preciso di un'esistenza ancora oggi poco conosciuta a causa delle scarse notizie biografiche.

Adibito al passeggio e all'accogliere gli ospiti illustri, l'elegante e luminoso cortile racconta la gloria di Federico da Montefeltro, come mostrano le iscrizioni in latino dei fregi:

Federico, Duca di Urbino, Conte del Montefeltro e di Casteldurante, Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e Capo della Confederazione Italica, innalzò fino dalle fondamenta questa dimora a gloria sua e dei suoi posteri. Egli, che combatté più volte in guerra, sei volte guidò gli eserciti, otto volte sbaragliò il nemico, vincitore di tutte le guerre, aumentò il suo dominio. La sua giustizia, la sua clemenza, la sua liberalità la sua moralità uguagliarono e onorarono, durante la pace, le sue vittorie.

Il cortile a pianta quadrata, caratterizzato da un porticato al piano terra sorretto da esili ed eleganti colonne sormontate da raffinati archi a tutto sesto, è il fulcro dell'intero palazzo. Il ritmo dell'ordine architettonico e l'ampiezza del cortile sono messi in evidenza dal particolare effetto di luce che si crea nel contrasto tra l'ombra del porticato e la luminosità delle pareti.

Se dunque il cortile, definito il più bello di tutto il Rinascimento, è il cuore del palazzo, lo stesso si può dire del palazzo per la città. Questo rapporto di stretta connessione è l'emblema del fascino di Urbino, come già affermato da Baldassarre Castiglione, umanista e letterato al servizio della corte urbinate e amico di Raffaello.
"Federico edificò un palazzo, secondo la opinione di molti, il più bello che in tutta Italia si ritrovi; e d'ogni opportuna cosa sì ben lo fornì, che non un palazzo, ma una città in forma di palazzo esser pareva".

Ritratto di Baldassarre Castiglione - Raffaello Sanzio - Parigi, Museo del Louvre

Solo il Palazzo Ducale e nessun altro museo del mondo poteva ospitare un dipinto come la Città ideale, emblema della perfezione architettonica che si fa pittura, città a misura d'uomo che sembra rispecchiare Urbino. L'opera è avvolta da un silenzioso mistero capace di estraniare l'osservatore dalla realtà, così come misteriosa rimane ancora oggi l'attribuzione. Tra i nomi che si sono fatti spicca su tutti quello di Luciano Laurana, in quanto aveva concepito il bellissimo Cortile d'onore, tuttavia si sono ipotizzati anche Piero della Francesca, maestro di prospettiva i cui dipinti sono caratterizzati dall'incredibile sensazione di silenzio, infine Bramante e Giuliano da Sangallo. Il tempio centrale, alla cui porta socchiusa convergono tutti i punti prospettici, richiama la Consegna delle chiavi di Perugino, capolavoro della Cappella Sistina, e certamente ispirò Raffaello nello Sposalizio della Vergine della Pinacoteca di Brera.