Giovanni Battista Falda

Le fontane di Roma

Una delle descrizioni più poetiche e suggestive della città di Roma si trova nelle pagine di Passeggiate romane, quando lo scrittore e viaggiatore Stendhal, giunto nel cuore della cristianità, al cospetto della basilica di San Pietro, si lascia trasportare dai propri pensieri grazie al dolce suono prodotto dall'acqua delle due fontane presenti nella piazza, a fianco del maestoso obelisco: «La piazza compresa fra i due semicerchi del colonnato, è per me la più bella del mondo. Al centro, un alto obelisco egiziano; a destra e a sinistra due fontane, da cui l'acqua zampilla continuamente, con alti fasci di spruzzi, e ricade in grandi vasche, producendo un rumore tranquillo, continuo, che risuona fra i due colonnati, e invita a fantasticare. È un momento che dispone in modo meraviglioso alla commozione, di fronte a San Pietro».

Questa suggestione uditiva sintetizza perfettamente i suoni della città eterna, che, nel passato più di oggi sicuramente, era la città dell'acqua e delle campane, elementi che l'incisore seicentesco Giovanni Battista Falda amò raffigurare nei propri disegni, grazie ai quali ripercorriamo la storia di Roma nel secolo del Barocco, quando pittori e architetti come Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio e Pietro da Cortona le conferirono con le loro opere quella bellezza per cui è divenuta la città più bella del mondo.
Giovanni Battista Falda, nato in provincia di Vercelli a conclusione dell'anno 1643, giunse a Roma ancora giovanissimo, dove ebbe modo di entrare in contatto con lo stesso Bernini, impegnato nei suoi principali progetti. Divenuto noto soprattutto per le proprie incisioni, Falda si occupò anche di urbanistica, amando rappresentare nelle sue stampe le mappe cittadine, per noi estremamente preziose per ricostruire la città nel passato.
Come detto, Falda si occupò principalmente di arte incisoria, dunque del genere del Vedutismo, la cui caratteristica era quella di rappresentare con fedeltà quasi fotografica edifici, monumenti e scorci cittadini. Particolarmente richiesta nel Settecento da committenti e viaggiatori stranieri giunti in Italia per il cosiddetto "Grand Tour", l'incisione troverà in Giuseppe Vasi e, soprattutto, Giovanni Battista Piranesi, i massimi esponenti, dunque a Falda si deve attribuire il merito di essere stato un precursore nella diffusione di tale tecnica di cui un maestro era stato ad inizio Cinquecento Marcantonio Raimondi, collaboratore di Raffaello Sanzio.
Falda, che focalizzò la propria attenzione alle piazze e alle facciate delle chiese cittadine, si distinse nel corso della sua breve esistenza per l'amore nel rappresentare le fontane di Roma, riunite in una raccolta, caratteristica che lo accomuna ad un musicista novecentesco, anch'egli mancato precocemente, ossia Ottorino Respighi, che dalle fontane di Roma trasse nel 1916 l'ispirazione per straordinarie melodie.

Così, osservando le immagini di Falda e leggendo le sublimi descrizioni di Stendhal, un visitatore può decidere di recarsi a Roma anche solo per ammirare le fontane, da quella dei Quattro Fiumi del Bernini alla celeberrima fontana di Trevi opera di Nicola Salvi, per scoprirne sempre di nuove, tra grandi opere architettoniche che ornano le principali piazze della città e le più piccole fontanelle nei cortili o nei vicoli che, insieme ai cosiddetti "nasoni", dissetano i viandanti, in un gioco di spruzzi e melodie come su una scena teatrale.

Continua Stendhal nella sua descrizione di piazza San Pietro: «Le due fontane ornano stupendamente la piazza, senza diminuirne la maestà. È, molto semplicemente, la perfezione dell'arte: supponete un maggior numero d'ornamenti: la maestà sarebbe sminuita; un po' meno, la piazza sarebbe nuda. Questo effetto delizioso si deve al cavalier Bernini: il colonnato è il suo capolavoro. Ed è merito di Alessandro VII averlo fatto costruire, mentre il volgo diceva che avrebbe guastato San Pietro».
Dalle parole del francese capiamo l'assoluto rigore geometrico che contraddistingue la piazza antistante la basilica, con il colonnato che accoglie come in un abbraccio i fedeli giunti da ogni parte del mondo. Bernini, grazie al mecenatismo illuminato di papa Alessandro VII Chigi, ha tradotto in architettura il messaggio di universalità della Chiesa, colpo di teatro che solamente un genio poteva concepire. Elementi di unione fra il colonnato e l'obelisco, cuore simbolico e prospettico della piazza, sono le due fontane; quella posta a destra, che vediamo nell'illustrazione, è opera dell'architetto Carlo Maderno, mentre la sua gemella fu concepita dal Bernini e affidata nella realizzazione all'allievo Carlo Fontana.

Lasciando il Vaticano verso l'odierna via della Conciliazione, si può decidere, in una bella giornata di sole, di salire al Gianicolo per una passeggiata, partendo dalla chiesa di Sant'Onofrio, dove riposa Torquato Tasso, per arrivare sino alla monumentale Fontana dell'Acqua Paola, nota come "fontanone", voluta da papa Paolo V Borghese. Davanti ad essa si staglia un panorama su Roma di rara bellezza, ancor più suggestivo al tramonto, perfetta cornice per la trionfale facciata della fontana, capolavoro di Giovanni Fontana a cui lavorarono anche tanti altri architetti.
Scrive Stendhal: «Stamattina, di buon'ora, prima che facesse caldo, siamo saliti al convento di Sant'Onofrio. Il Tasso, quando si sentì vicino a morire, si fece trasportare qui ed ebbe ragione: è certamente uno dei più bei posti del mondo per morirvi. La veduta, così ampia e così bella, che da qui si ha di Roma, città di tombe e di ricordi, deve rendere meno faticoso l'ultimo passo per staccarsi dalle cose di questa terra, ammesso che sia faticoso».

Recandosi su un altro colle romano, quello del Quirinale, si può trovare invece la fontana dei Dioscuri, opera dell'architetto Domenico Fontana, situata oggi ai piedi di un alto obelisco, collocato nel Settecento, e delle gigantesche statue dei due Dioscuri, i due figli di Zeus che tengono a freno i loro cavalli. La possente e scenografica composizione è posta di fronte al palazzo del Quirinale, come a proteggere quella che fu la dimora di papi e sovrani.
«Tornando da villa Ludovisi ci siamo fermati a lungo in piazza di Monte Cavallo, che ci sembra una delle più belle di Roma e del mondo. È assai irregolare ed è questo il difetto che trovano gli stupidi che non hanno alcun gusto personale. Si ha al centro la facciata laterale del palazzo del papa, col grande portone dinanzi al quale se ne stanno seduti sulle panche gli otto o dieci svizzeri che fanno la guardia al sovrano. A destra c'è il palazzo della Consulta, a sinistra una ripida discesa, oltre la quale si vedono le cime di tutti i più alti edifici di Roma; siamo infatti sulla sommità del monte Quirinale, quasi all'altezza della cupola di San Pietro. [...]
Vicino ai famosi cavalli colossali, [...] c'è una meravigliosa fontana: [...] l'arte produce raramente la sensazione che si prova nel vederla: non si può immaginare nulla di superiore».

Scendendo dal Quirinale per andare alla fontana di Trevi e proseguendo verso il Pantheon, nel cuore di Roma, come d'incanto si staglia dinanzi a noi lo scenario magnifico di piazza Navona, in cui protagonista è proprio l'acqua con le sue fontane, in particolare quella posta al centro, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini. Si tratta della fontana dei Quattro Fiumi, sicuramente una delle opere maggiormente rappresentative del Barocco e della genialità del suo autore, che concepì un'incredibile molteplicità di vedute al punto che l'osservatore può dirsi veramente appagato nella fruizione solamente dopo essere girato tutt'attorno alla fontana.

Ai lati della fontana berniniana e della piazza, così particolare nella sua conformazione, si trovano altre due fontane più piccole, realizzate da Giacomo Della Porta per volere di papa Gregorio XIII Boncompagni. Nell'incisione, Falda ci mostra la fontana del Moro, quella posta sul lato sinistro.

Il percorso nella Roma delle fontane attraverso le incisioni di Falda si conclude con altri due capolavori del Bernini, concepiti anni prima della fontana dei Quattro Fiumi, in età più giovanile, sotto il pontificato di papa Urbano VIII Barberini. Il primo vede ancora la collaborazione del padre, Pietro Bernini, nel progetto, spesso erroneamente attribuito al solo Gian Lorenzo. Si parla della fontana della Barcaccia in piazza di Spagna, disegnata come una vasca infossata poiché la pressione dell'acqua era piuttosto bassa e non permetteva una fontana a un livello più alto. Oggi questo luogo è arricchito dall'imponente scalinata di Trinità dei Monti, punto di ritrovo in passato del mondo di tutta Europa, sino alle prime pagine del romanzo Il piacere di Gabriele d'Annunzio, quando nella Roma aristocratica di fine Ottocento, Andrea Sperelli attende ardente di desiderio, in cima alla scalinata, l'arrivo dell'amata Elena Muti.

Una decina d'anni più tardi, Bernini si occupò dell'altrettanto scenografica fontana del Tritone, collocata al centro di piazza Barberini, divenuto uno degli incroci cittadini più trafficati. Rielaborando un tema mitologico, l'architetto dispose quattro mostri marini nel ripiano inferiore per sostenere con le loro code il Tritone, creatura fantastica metà uomo e metà pesce, che soffiando all'interno di una conchiglia genera un fascio di spruzzi.
Così Stendhal: «Siamo tornati nella bella piazza Barberini, la cui fontana piace tanto alle nostre compagne: è un Fauno che lancia in aria con una conchiglia un piccolo zampillo d'acqua che gli ricade sulla testa».

Fra i moltissimi spunti che ci offre Stendhal, in queste sue "promenades" romane che costituiscono un libro che si non smette mai di scoprire, vi è appunto questo itinerario fra le fontane, che vale esso stesso un'unica visita a Roma, come probabilmente fece lo scrittore, recatosi da solo o in compagnia per ben sei volte nella città eterna, mai pago nel colmare il proprio desiderio di bellezza.

«Roma è la città delle fontane incantevoli: in mezzo al gran caldo che già proviamo, il rumore delle acque, la loro limpidezza, producono un effetto che non si può concepire nei paesi freddi»...

Bibliografia

  • Passeggiate romane - Stendhal (a cura di Massimo Colesanti) - Garzanti
  • Roma barocca - Gerhard Wiedmann - Jaca Book
  • Arte in primo piano. Manierismo, Barocco, Rococò - Giuseppe Nifosì - Editori Laterza