Si è tornato a parlare del pontificato di Leone XIII solamente di recente, a seguito dell'elezione al soglio petrino di papa Leone XIV Prevost, la cui scelta ha evidentemente voluto omaggiare il predecessore e, forse, sancire una continuità col suo operato.
Pontefice delle encicliche e della moderna dottrina sociale in una Roma laica e anticlericale, Leone XIII fu attento ai diritti dei lavoratori e alla giustizia sociale, dedicando ogni suo sforzo a superare l'isolamento nel quale si trovava la Santa Sede a seguito della perdita del potere temporale avvenuta con l'unificazione nazionale e la breccia di Porta Pia sotto il pontificato di Pio IX. Leone XIII fu inoltre un papa di riferimento per tutti gli agostiniani, ordine religioso a cui appartiene Prevost.
Al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci, Leone XIII nacque a Carpineto, sulle colline a sud di Roma, nel 1810. Studioso brillante e dotato di una particolare inclinazione per il latino, lingua con cui si dilettava a comporre poesie, fu ordinato sacerdote nel 1837 ed entrò subito al servizio della curia pontificia, la cui rapida carriera lo portò negli anni Quaranta ad essere scelto da papa Gregorio XVI come nunzio apostolico in Belgio, regnante Leopoldo I, un paese che era stato unificato solamente da poco tempo, a seguito della rivoluzione del 1830.
Divenuto vescovo di Perugia nel 1846 - carica che ricoprì sino al 1878 - fu nominato cardinale nel 1853 e contestò l'annessione della città al Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II nel 1860.
Alla morte di Pio IX - a seguito di quello che fu il più lungo pontificato della storia, durato più di trent'anni - il conclave del 1878, il primo convocato dopo la perdita del potere temporale da parte del pontefice, fu alquanto rapido. Dopo soli due giorni, al terzo scrutinio, i cardinali elettori si trovarono d'accordo nello scegliere il cardinale Pecci, incoronato privatamente nella Cappella Sistina poiché in segno di protesta si evitò di far affacciare il nuovo papa dalla loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro.
La scelta di Leone XIII era quella di un moderato di larghe vedute, proprio come nel caso di Prevost, anch'egli eletto il secondo giorno di conclave come mediatore tra le parti più conservatrici e progressiste. Un'ulteriore analogia tra i due pontefici è l'età in cui furono eletti, considerando che Prevost è divenuto papa a sessantanove anni mentre Leone XIII era un sessantottenne di salute cagionevole, il cui pontificato sembrava destinato ad essere transitorio e a durare poco rispetto a quello di Pio IX. Il nuovo papa governerà invece la Chiesa per più di venticinque anni, sino al 1903, dimostrando sicurezza e fermezza nei propri valori morali.
Una prima fondamentale questione riguardava i rapporti con il Regno d'Italia, dopo che Pio IX aveva promulgato il Non expedit, con il quale vietava a tutti i cristiani di partecipare alla vita politica, dichiarandosi prigioniero tra le mura dello Stato Pontificio.
L'elezione del nuovo pontefice coincideva, a distanza di un mese soltanto, con l'inizio del regno di Umberto I, che nel gennaio del 1878 era succeduto a Vittorio Emanuele, Padre della Patria.
Nonostante la tardiva riconciliazione, almeno sul punto di morte, tra il primo re d'Italia e Pio IX - nonché l'occasione di un cambiamento radicale grazie al duplice cambio al vertice alla guida del trono d'Italia e della Santa Sede - i rapporti tra Stato e Chiesa non migliorarono, anzi vi fu una certa freddezza del pontefice nei confronti del nuovo sovrano, sino al tragico regicidio del 1900.
Bisognerà attendere il pontificato di Pio X per assistere ad una restrizione del Non expedit, abolito definitivamente solo grazie a Benedetto XV, il papa della Grande Guerra. Saranno poi gli accordi tra Benito Mussolini e la Santa Sede, durante il pontificato di Pio XI, a risolvere completamente la "questione romana" nei Patti Lateranensi del 1929.
Leone XIII, con le sue ottantasei encicliche, ebbe il merito di condurre la Chiesa nell'epoca moderna, mantenendo però inalterati i dogmi dottrinali dei predecessori, impegnandosi nel dialogo tra l'istituzione ecclesiastica e il mondo contemporaneo. In tal senso promosse lo studio dell'astronomia e delle scienze naturali, esortando i cattolici dediti agli studi ad una scrittura oggettiva e imparziale, scegliendo di aprire l'archivio del Vaticano ad ogni studioso, di qualunque credo. Si occupò inoltre di temi sociali e politici, vietando ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana, sforzandosi tuttavia nel riconoscere la libertà di ogni forma di governo, purché finalizzato al bene del popolo. Si schierò contro il socialismo e il comunismo, ma nelle sua enciclica per cui è divenuto celebre, vale a dire la Rerum novarum del 1891, si dimostrò attento alle condizioni e ai diritti della classe operaia, dedizione che gli valse il titolo di "papa dei lavoratori", dando vita ad un documento che di fatto rappresenta una svolta assoluta della Chiesa nell'ambito delle questioni sociali. Il pontefice sostenne la proprietà privata ed il giusto salario, nonché la difesa della giustizia sociale, l'aiuto concreto ai ceti meno abbienti e il dialogo tra padroni e operai negli anni della rivoluzione industriale.
In un mondo in forte mutamento, Leone fu anche un uomo dall'indissolubile fede e pietà religiosa, con tendenze piuttosto conservatrici nell'ambito dogmatico, scrivendo alcune encicliche sulla figura della Vergine Maria, della quale fu fervente devoto, sul rosario e l'eucarestia. Nel 1893 istituì la festa della Sacra Famiglia e nell'anno giubilare dell'anno 1900 consacrò l'intera umanità al Sacro Cuore di Gesù. Morì nell'estate del 1903 ed oggi le sue spoglie riposano nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Grazie a Leone il papato entrò nella modernità e ritrovò un prestigio internazionale andato perduto di recente a causa degli eventi italiani, ma del quale, si può dire, non godeva ormai da qualche secolo.
La medesima linea politica sembra essere stata intrapresa dal nuovo papa Leone XIV, suo successore al soglio di Pietro, il quale avrà il compito di guidare la Chiesa in anni di cambiamenti profondi e di smarrimento, dovendo fare i conti con le nuove realtà e il mondo dell'intelligenza artificiale, che non dovrà e non potrà offuscare i valori dell'essere umano, la cui grandezza è custodita proprio nel suo essere sensibile, nel riconoscere i propri difetti, senza avere paura delle incertezze e di scrutare negli abissi più reconditi del proprio cuore.

Si è tornato a parlare del pontificato di solamente di recente, a seguito dell'elezione al soglio petrino di papa Prevost, la cui scelta ha evidentemente voluto omaggiare il predecessore e, forse, sancire una continuità col suo operato.Pontefice delle encicliche e della moderna dottrina sociale in una Roma laica e anticlericale, Leone XIII fu attento ai diritti dei lavoratori e alla giustizia sociale, dedicando ogni suo sforzo a superare l'isolamento nel quale si trovava la Santa Sede a seguito della perdita del potere temporale avvenuta con l'unificazione nazionale e la breccia di Porta Pia sotto il pontificato di . Leone XIII fu inoltre un papa di riferimento per tutti gli agostiniani, ordine religioso a cui appartiene Prevost.Al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci, Leone XIII nacque a Carpineto, sulle colline a sud di Roma, nel 1810. Studioso brillante e dotato di una particolare inclinazione per il latino, lingua con cui si dilettava a comporre poesie, fu ordinato sacerdote nel 1837 ed entrò subito al servizio della curia pontificia, la cui rapida carriera lo portò negli anni Quaranta ad essere scelto da papa Gregorio XVI come nunzio apostolico in Belgio, regnante , un paese che era stato unificato solamente da poco tempo, a seguito della rivoluzione del 1830.Divenuto vescovo di Perugia nel 1846 - carica che ricoprì sino al 1878 - fu nominato cardinale nel 1853 e contestò l'annessione della città al Regno di Sardegna di nel 1860.Alla morte di Pio IX - a seguito di quello che fu il più lungo pontificato della storia, durato più di trent'anni - il conclave del 1878, il primo convocato dopo la perdita del potere temporale da parte del pontefice, fu alquanto rapido. Dopo soli due giorni, al terzo scrutinio, i cardinali elettori si trovarono d'accordo nello scegliere il cardinale Pecci, incoronato privatamente nella poiché in segno di protesta si evitò di far affacciare il nuovo papa dalla loggia delle benedizioni della .La scelta di Leone XIII era quella di un moderato di larghe vedute, proprio come nel caso di Prevost, anch'egli eletto il secondo giorno di conclave come mediatore tra le parti più conservatrici e progressiste. Un'ulteriore analogia tra i due pontefici è l'età in cui furono eletti, considerando che Prevost è divenuto papa a sessantanove anni mentre Leone XIII era un sessantottenne di salute cagionevole, il cui pontificato sembrava destinato ad essere transitorio e a durare poco rispetto a quello di Pio IX. Il nuovo papa governerà invece la Chiesa per più di venticinque anni, sino al 1903, dimostrando sicurezza e fermezza nei propri valori morali.Una prima fondamentale questione riguardava i rapporti con il Regno d'Italia, dopo che Pio IX aveva promulgato il , con il quale vietava a tutti i cristiani di partecipare alla vita politica, dichiarandosi prigioniero tra le mura dello Stato Pontificio.L'elezione del nuovo pontefice coincideva, a distanza di un mese soltanto, con l'inizio del regno di , che nel gennaio del 1878 era succeduto a Vittorio Emanuele, Padre della Patria.Nonostante la tardiva riconciliazione, almeno sul punto di morte, tra il primo re d'Italia e Pio IX - nonché l'occasione di un cambiamento radicale grazie al duplice cambio al vertice alla guida del trono d'Italia e della Santa Sede - i rapporti tra Stato e Chiesa non migliorarono, anzi vi fu una certa freddezza del pontefice nei confronti del nuovo sovrano, sino al tragico regicidio del 1900.Bisognerà attendere il pontificato di per assistere ad una restrizione del , abolito definitivamente solo grazie a , il papa della Grande Guerra. Saranno poi gli accordi tra e la Santa Sede, durante il pontificato di , a risolvere completamente la "questione romana" nei Patti Lateranensi del 1929.Leone XIII, con le sue ottantasei encicliche, ebbe il merito di condurre la Chiesa nell'epoca moderna, mantenendo però inalterati i dogmi dottrinali dei predecessori, impegnandosi nel dialogo tra l'istituzione ecclesiastica e il mondo contemporaneo. In tal senso promosse lo studio dell'astronomia e delle scienze naturali, esortando i cattolici dediti agli studi ad una scrittura oggettiva e imparziale, scegliendo di aprire l'archivio del Vaticano ad ogni studioso, di qualunque credo. Si occupò inoltre di temi sociali e politici, vietando ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana, sforzandosi tuttavia nel riconoscere la libertà di ogni forma di governo, purché finalizzato al bene del popolo. Si schierò contro il socialismo e il comunismo, ma nelle sua enciclica per cui è divenuto celebre, vale a dire la del 1891, si dimostrò attento alle condizioni e ai diritti della classe operaia, dedizione che gli valse il titolo di "papa dei lavoratori", dando vita ad un documento che di fatto rappresenta una svolta assoluta della Chiesa nell'ambito delle questioni sociali. Il pontefice sostenne la proprietà privata ed il giusto salario, nonché la difesa della giustizia sociale, l'aiuto concreto ai ceti meno abbienti e il dialogo tra padroni e operai negli anni della rivoluzione industriale.In un mondo in forte mutamento, Leone fu anche un uomo dall'indissolubile fede e pietà religiosa, con tendenze piuttosto conservatrici nell'ambito dogmatico, scrivendo alcune encicliche sulla figura della Vergine Maria, della quale fu fervente devoto, sul rosario e l'eucarestia. Nel 1893 istituì la festa della Sacra Famiglia e nell'anno giubilare dell'anno 1900 consacrò l'intera umanità al Sacro Cuore di Gesù. Morì nell'estate del 1903 ed oggi le sue spoglie riposano nella Basilica di San Giovanni in Laterano.Grazie a Leone il papato entrò nella modernità e ritrovò un prestigio internazionale andato perduto di recente a causa degli eventi italiani, ma del quale, si può dire, non godeva ormai da qualche secolo.La medesima linea politica sembra essere stata intrapresa dal nuovo papa Leone XIV, suo successore al soglio di Pietro, il quale avrà il compito di guidare la Chiesa in anni di cambiamenti profondi e di smarrimento, dovendo fare i conti con le nuove realtà e il mondo dell'intelligenza artificiale, che non dovrà e non potrà offuscare i valori dell'essere umano, la cui grandezza è custodita proprio nel suo essere sensibile, nel riconoscere i propri difetti, senza avere paura delle incertezze e di scrutare negli abissi più reconditi del proprio cuore.
Bibliografia
