Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero Giovanni Battista Piranesi, l'autore più noto in tale ambito, e Giuseppe Vasi, per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a Marcantonio Dal Re, che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.
Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.
Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del Duomo, che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale Napoleone Bonaparte verrà proclamato Re d'Italia.
Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del Pantheon romano, vale a dire il Tempio di San Sebastiano, costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.
Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.



Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.
Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria Vittorio Emanuele II, si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della Chiesa di San Fedele, realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di Simone Peterzano e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di Alessandro Manzoni, che qui si recava da via Morone, dove abitava.
Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.



Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.
Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla Chiesa di Santa Maria della Scala, abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto Giuseppe Piermarini. L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.
Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.



Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.
Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla Chiesa di Santo Stefano in Brolo, dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di Caravaggio, nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.
Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.




Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.
Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della Chiesa di Santa Maria della Passione, posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, Giulio Cesare Procaccini e Daniele Crespi.
Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.




Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.
Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la Chiesa di Sant'Angelo, ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.
Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.
Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.




Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.
Immancabile è infine la visita alla Basilica di Santa Maria delle Grazie, nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a Donato Bramante il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.




Il genere del disegno incisorio di vedute cittadine trovò particolare diffusione nel corso del Settecento, richiesto da committenti e viaggiatori stranieri che si recavano in Italia per il cosiddetto "Gran Tour". Se nell'ambito romano si distinsero , l'autore più noto in tale ambito, e , per quanto riguarda il contesto milanese un ruolo di fondamentale rilevanza è da riconoscere a , che ebbe il merito di essere un precursore rispetto al Vasi e al Piranesi, offrendoci la possibilità di osservare con fedeltà quasi fotografica gli scorci di una delle città più belle d'Italia, tanto amata da un autore nato a Bologna nel 1697 che qui trascorse tutta la sua vita sino al 1766.Soffermandosi in particolare sulle chiese storiche di Milano, un patrimonio tutto da scoprire, la pagina offre un ipotetico itinerario alla ricerca della bellezza e della quiete di una città spesso descritta come caotica e frenetica.Il percorso non può che partire dal cuore cittadino, dinanzi alla magnifica facciata del , che nell'incisione di Dal Re vediamo ancora in fase di ultimazione, così come la sommità dell'edificio dove oggi è la guglia più alta con la Madonnina che veglia sulla città. Per la conclusione dei lavori della facciata bisognerà aspettare l'inizio dell'Ottocento, quando all'interno della cattedrale verrà proclamato Re d'Italia.Lasciandosi alle spalle piazza Duomo e percorrendo la lunga e celebre via Torino, sulla destra si incontra un suggestivo edificio a pianta circolare che richiama il modello del romano, vale a dire il , costruito a fine Cinquecento dall'architetto Pellegrino Tibaldi per volere dell'allora cardinale Carlo Borromeo come tempio votivo per la liberazione dalla peste che aveva afflitto la città.Rimanendo non lontano dal Duomo, percorrendo quella che oggi è la Galleria , si può visitare una piazza, posta alle spalle di Palazzo Marino, che custodisce l'elegante facciata - specchio della raffinatezza dell'interno - della , realizzata su progetti del Tibaldi e arricchita all'interno dalle tele di e di Giovanni Battista Crespi, meglio noto come il Cerano. L'edificio fu luogo di preghiera di , che qui si recava da via Morone, dove abitava.Molte delle opere che si trovano in San Fedele provengono dalla , abbattuta nell'anno 1776 per lasciare spazio al Teatro alla Scala su progetto dell'architetto . L'incisione di Dal Re si rivela così una preziosa testimonianza per avere un'idea di come doveva apparire quella che al tempo era una delle chiese cittadini più importanti.Ritornando verso il Duomo e proseguendo verso piazza Fontana, lasciandosi alle spalle l'abside della cattedrale per raggiungere via Larga, si può arrivare sino alla , dove pochi anni fa è stato riscoperto l'atto di battesimo di , nato a Milano il 29 settembre dell'anno 1571. Di notevole fascino è anche la visita all'adiacente Santuario di San Bernardino alle Ossa, noto per la macabra cappella le cui parete sono interamente ricoperte di teschi e resti umani precedentemente custoditi nell'antico ossario.Lasciandosi alle spalle la chiesa e recandosi verso il Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, una piccola piazza custodisce l'elegante e solenne facciata della , posta proprio accanto all'ingresso del conservatorio. Inizialmente costruita con pianta a croce greca, fu in seguito ampliata e trasformata a croce latina con tre lunghe navate che conducono sino al tamburo ottagonale che sostiene la cupola, simile nel progetto a quella di Santa Maria delle Grazie. La grandiosa facciata, adornata di bassorilievi, era sormontata un tempo, come mostra l'incisione, da una serie di statue che oggi non vi sono più. All'interno l'opera più nota è l'Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, rimasta incompiuta, artista che qui ebbe il difficile compito di confrontarsi con il capolavoro cittadino del Cenacolo di Leonardo. Altre tele rilevanti sono quelle di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, e Daniele Crespi.Non molto distante, risalendo verso via della Moscova, merita un'attenta visita la , ornata all'interno di opere di assoluto pregio, tra cui una tela di Antonio Campi - posta nella prima cappella di destra - che ritrae Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina, una scena notturna che ispirò chiaramente il giovane Caravaggio nelle sue opere più celebri. Proseguendo lungo l'ampia navata si possono osservare, nelle numerose cappelle, anche alcuni affreschi di Simone Peterzano, nonché opere del Morazzone e di Camillo e Giulio Cesare Procaccini.Di raffinata eleganza è l'esterno, su progetto cinquecentesco dell'architetto Domenico Giusti, così come la facciata, a due ordini, conclusa nella prima metà del Seicento da Pietro Antonio Barca.Immancabile è infine la visita alla , nota per l'attiguo refettorio che custodisce il Cenacolo Vinciano. Inizialmente dedicata a San Domenico, la chiesa assunse il nome con cui è conosciuta in onore di un'immagine della Vergine conservata nella Cappella della Madonna. Gli interventi principali a livello architettonico si devono, negli ultimi anni del Quattrocento, a Ludovico il Moro, il quale era intenzionato ad adibire la chiesa a luogo di sepoltura dell'amatissima moglie, Beatrice d'Este, e dei membri della famiglia Sforza. Il duca affidò così a il progetto dell'immensa cupola, mentre negli stessi anni Leonardo era impegnato nella decorazione del refettorio.
Bibliografia:
