Ferdinando Fuga

Architetto toscano nato a Firenze nell'anno 1699, Ferdinando Fuga fu uno dei protagonisti della stagione artistica romana della prima metà del Settecento, per poi trasferirsi a Napoli a partire dal 1750 circa.
Figura fondamentale per la sua carriera fu Clemente XII Corsini, un pontefice decisivo per la storia dell'arte, ricordato per aver commissionato a Nicola Salvi la fontana di Trevi e ad Alessandro Galilei la facciata della basilica di San Giovanni in Laterano.

Al Fuga, nominato Architetto dei Sacri Palazzi, papa Clemente chiese di realizzare il palazzo della Consulta, situato in piazza del Quirinale, alla destra dello storico palazzo residenza del sovrano pontefice, luogo fra i più significativi della città eterna descritto perfettamente da un turista d'eccezione, il romanziere francese Stendhal: "Al ritorno da villa Ludovisi ci siamo fermati a lungo a piazza Montecavallo, che secondo me è la più bella di Roma e del mondo. Gli sciocchi dal gusto obbligato le rimproverano la sua forma irregolare. Ad entrarci, si ha di fronte la facciata del palazzo del papa, sorvegliato da otto o dieci svizzeri seduti davanti al portone; a destra il palazzo della Consulta; a sinistra una ripida discesa, oltre la quale si intravvedono i tetti di tutti i grandi edifici romani: siamo sulla cima del Quirinale, press'a poco all'altezza della cupola di San Pietro, che si vede perfettamente dall'altro lato di Roma".

Piazza del Quirinale in un'incisione settecentesca di Giovanni Battista Piranesi.

Il palazzo nacque dal processo di riqualificazione del Quirinale e della sua piazza, adibito, nell'idea di papa Corsini, a centro amministrativo dello Stato Pontificio. Il Vaticano avrebbe ricoperto invece un ruolo museale e la basilica di San Pietro sarebbe rimasta il cuore spirituale della Santa Sede. Il potere temporale aveva infatti bisogno di un rilancio organizzativo e di una nuova sede unitaria capace di raggruppare in uno spazio pubblico i diversi organismi amministrativi.
La Consulta avrebbe ospitato così il Consiglio di Stato Pontificio, nonché il corpo dei Cavalleggeri e delle Corazze, unità militari del papato.
Il Fuga diede vita ad un edificio dotato di quella grazia architettonica tipicamente settecentesca, caratterizzato da una larga facciata che ancora presenta degli elementi barocchi, si veda lo stemma centrale sulla balaustra di coronamento, tuttavia puramente decorativi in un rigoroso schema geometrico di impostazione classica che preannuncia il razionalismo tipicamente neoclassico.
In tempi più recenti, a seguito dell'annessione di Roma al Regno d'Italia, fu la residenza del principe ereditario Umberto I e di sua moglie Margherita di Savoia. Oggi è invece la sede della Corte costituzionale.

Il palazzo in un'incisione del Piranesi.

Anche a seguito dell'elezione al soglio petrino di Benedetto XIV Lambertini, Fuga mantenne l'incarico di Architetto dei Sacri Palazzi, e nel 1743 portò a termine la commissione per la facciata di Santa Maria Maggiore, il suo capolavoro più noto.
Inserita fra due edifici che ne esaltano la struttura, la facciata è formata da due ordini di porticato, con in primo piano un portico a cinque arcate e sopra la loggia delle benedizioni costituita da tre grandi archi.

Santa Maria Maggiore in un'incisione settecentesca di Giuseppe Vasi.

La basilica prende il suo nome in quanto è la più grande tra le varie chiese romane consacrate alla Vergine. All'interno si caratterizza per la grande navata centrale il cui soffitto, ricoperto d'oro, era ritenuto da Stendhal più consono ad un magnifico salone da ballo che alla dimora dell'Onnipotente. Sopra l'altare si erge un maestoso baldacchino anch'esso progettato dal Fuga.

La facciata della basilica in un dipinto del 1744 di Giovanni Paolo Pannini.

A testimonianza della progressiva decadenza culturale che segnò la Roma della seconda metà del XVIII secolo, Ferdinando Fuga si trasferì a Napoli chiamato da re Carlo di Borbone, una città che al contrario viveva un rilevante momento a livello artistico, come testimonia l'attività di Luigi Vanvitelli.