Immanuel Kant

Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me.

Considerato fra i più grandi pensatori della storia dell'umanità, Immanuel Kant è stato un filosofo tedesco nato nel 1724, esponente dell'Illuminismo, paragonato alle due colonne del pensiero occidentale, Platone e Aristotele.
La sua vita, trascorsa sempre nella città di Konigsberg, fu dedicata totalmente al pensiero, ripetendo con monotonia le stesse abitudini, in una solitudine geniale che aprì le porte alla corrente del Romanticismo e alla filosofia contemporanea.
Pur non viaggiando mai, la sua città natale, importante scalo commerciale che dopo la Seconda guerra mondiale fu annessa all'Unione Sovietica, gli permise, durante le sue passeggiate che avvenivano rigorosamente alla stessa ora del giorno, di ascoltare i racconti di viaggiatori e avventurieri che passavano di lì portando con loro le proprie esperienze. Inoltre le sue letture gli consentivano di descrivere popoli e costumi lontani con una precisione che lasciava stupiti i suoi interlocutori.
Kant ha costruito un sistema di pensiero che vede al centro l'uomo ed evidenzia che ciò che emerge in ogni aspetto dell'esistenza sono i limiti: nel conoscere, nell'agire e nel giudicare.
La sua figura si può dunque collocare a livello storico fra Illuminismo e Romanticismo, considerato da alcuni studiosi proprio come l'ultimo filosofo illuminista. Il suo pensiero fu infatti influenzato da Jean-Jacques Rousseau, ma anche dall'ambizioso progetto di Diderot e d'Alembert, l'Encyclopédie, manifesto della stagione illuminista. In accordo con questi modelli, la ragione fu sempre al centro della sua riflessione.

L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo.

Si occupò però anche di un concetto romantico per eccellenza come quello del "sublime", con il quale scruta l'interiorità umana e il suo essere parte dell'eterno, in un'idea che ben si può comprendere attraverso la pittura del suo connazionale Caspar David Friedrich.
In sintesi la filosofia kantiana si può dunque definire in due punti salienti, vale a dire il concetto di limite e la meticolosa investigazione sull'uomo e dentro l'uomo.

Viandante sul mare di nebbia - Caspar David Friedrich - 1818


L'Illuminismo, riprendendo la definizione del filosofo, non fu un vero e proprio movimento, ma un cambiamento del modo di pensare, un itinerario volto a lasciarsi alle spalle il passato volgendo lo sguardo al futuro, senza avere paura di conoscere e di usare il proprio intelletto. Fu ovviamente anche un radicale cambiamento sul piano politico e sociale che portò all'apertura di una nuova fase di critica degli ordinamenti esistenti, dei saperi consolidati, delle autorità stabilite, attraverso la fiducia nelle capacità di pensiero e di giudizio dell'individuo, elevando la ragione come principio fondamentale. Queste furono le basi per la Rivoluzione francese, che in ambito politico assume il medesimo significato che ha la filosofia kantiana sul piano teorico, ossia il momento di frattura e di passaggio per la storia dell'Occidente da una concezione ancora derivante dal Medioevo ad una contemporanea.

Attraverso l'opera capolavoro di Kant, la Trilogia critica, che comprende la Critica della ragion pura, la Critica della ragion pratica e la Critica del Giudizio, capiamo verso quale meta deve essere indirizzato l'uso autonomo, illuministico, della propria intelligenza.

Ogni interesse della mia ragione (tanto quello speculativo quanto quello pratico) si concentra nelle tre domande seguenti: "Che cosa posso sapere?", "Che cosa devo fare?", "Che cosa ho diritto di sperare?"

La Critica della ragion pura, pensata per un decennio e redatta in poco tempo, Kant risponde alla prima domanda, insegnando al mondo contemporaneo che il fondamento dell'universalità e della necessità delle nostre conoscenze ha sede nella ragione, concetto che molto influenzerà le idee illuministe.
Un primo punto fondamentale del libro è che Dio non è più al centro della riflessione filosofica, come era invece stato sin dall'antichità, in quanto Kant sostiene, pur credendo nell'esistenza di Dio, che è impossibile darne una dimostrazione in quanto il nostro intelletto può spiegare solo la realtà fenomenica.
Questo è un passaggio importante, ma lo è ancora di più quella che viene detta "Rivoluzione copernicana" di Kant. Secondo il filosofo non sono più gli oggetti a determinare la conoscenza umana, ma sono gli oggetti a regolarsi sulla natura della conoscenza umana.
Per via di tale spostamento di ruoli tra soggetto e oggetto, la filosofia kantiana fu definita come una rivoluzione e paragonata a quella di Copernico che, per spiegare i moti celesti, pose il Sole e non più la Terra al centro dell'universo.

La Critica della ragion pratica si occupa invece di rispondere alla seconda domanda, ponendo l'attenzione sulla morale, la quale non sta fuori dell'uomo, ma dentro di lui e si esprime con il linguaggio della legge e del dovere. Anche in questo caso sovverte tutto ciò che era stato formulato in precedenza, affermando che in ogni essere razionale esiste una "legge morale" che è una sorta di comando incondizionato, un "imperativo categorico" che muove le nostre azioni. Non è più dunque il "bene" il perno dell'azione, bensì la legge.

Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale.

La Critica del Giudizio è infine quella che più si avvicina alle idee romantiche, appezzata dagli intellettuali tedeschi di questo periodo di transizione fra Illuminismo e Romanticismo, cercando di conciliare le tesi delle due Critiche precedenti attraverso il sentimento.
Questo libro rientra in quell'ambito filosofico che è l'estetica, intesa come "dottrina dell'arte e della bellezza". Vengono infatti analizzati i concetti di "bello" e di "giudizio estetico", ma anche di "sublime".
Per sublime si intende un valore estetico che nasce dalla percezione di qualcosa di smisurato e che provoca in noi sentimenti contrastanti. Kant opera una distinzione di due tipologie di sublime: quello "matematico" e quello "dinamico".
Il sublime matematico nasce in presenza di qualcosa di smisuratamente grande, come il mare, le montagne, ma ancor di più il sistema planetario, le galassie, di fronte alle quali nasce in noi uno stato d'animo ambivalente. Da un lato si prova timore e dispiacere perché la nostra immaginazione non ha le facoltà per abbracciare tale grandezze, ma dall'altro si prova piacere, perché la nostra ragione tende ad elevarsi all'infinito, della cui idea diveniamo portatori. Ecco allora che capiamo la nostra grandezza spirituale, sentendoci parte del profondo mistero che ci circonda. Il vero sublime, scrive Kant, non risiede tanto nella realtà in cui siamo immersi, quanto in noi medesimi. L'attenzione si rivolge dunque al soggetto in quanto è negli abissi della nostra anima che possiamo trovare il divino, sebbene inizialmente l'uomo può sentirsi come un granello di sabbia al cospetto dell'immenso.

La vera sublimità non dev'essere cercata se non nell'animo di colui che giudica, e non nell'oggetto naturale.

Monaco in riva al mare - Caspar David Friedrich - 1808


Il sublime dinamico nasce invece in presenza di strapotenze naturali, di fronte alle quali si prova il medesimo sentimento iniziale, ossia di angosciosa paura e di piccolezza nei confronti della natura.

Le rocce che sporgono audaci in alto e quasi minacciose, le nuvole di temporale che si ammassano in cielo tra lampi e tuoni, vulcani che scatenano tutta la loro potenza distruttrice, gli uragani che si lascian dietro la devastazione, l'immenso oceano sconvolto dalla tempesta.

Eruzione del Vesuvio - William Turner - 1817


In seguito, però, emerge in noi un vivo sentimento della nostra grandezza ideale, in quanto esseri umani pensanti dotati di ragione e portatori della legge morale.
Così l'emozione del sublime dinamico diviene motivo di gioia e l'angoscia trapassa in entusiasmo, in maniera analoga al sublime matematico, con questa dialettica di dispiacere-piacere e di impotenza-potenza.

Kant passò gli ultimi anni della sua vita come aveva sempre vissuto, nella solitudine dei suoi studi, rifiutando qualunque incarico prestigioso. Interessante sono le considerazioni di questo periodo sugli avvenimenti d'attualità, come il suo giudizio positivo riguardo la Rivoluzione francese, simbolo di un nuovo modo di pensare e dell'apertura di una nuova epoca storica.
Si spense nell'anno 1804 a seguito di una progressiva perdita delle funzioni mentali, forse a causa della malattia di Alzheimer. Sul letto di morte le sue ultime parole furono "Es ist gut", ossia "Va bene così".


Al mio amico Andrea.