Tucidide

Nel V secolo a.C., durante la cosiddetta "età classica", Erodoto e Tucidide si imposero come gli storici più importanti, i padri nobili del genere in prosa della storiografia, ai quali si aggiunse Senofonte nel IV secolo.
Erodoto si rivolge ad un pubblico vario ed interessato con un messaggio storico di alto valore etico e politico, tuttavia gli ascoltatori non dovevano essere necessariamente impegnati direttamente nella vita politica della pòlis. Con Tucidide la storiografia si cala invece completamente nella vita della città, Atene, assumendo la forma di storiografia politica.
Per Tucidide sono i fatti politico - militari il contenuto privilegiato e prevalente della storia, incentrando dunque la propria riflessione sul presente, del quale è testimone diretto.
La storiografia tucididea fu molto attenta alla dimensione retorica, in quanto ad Atene l'arte del parlare e del saper persuadere con le parole era diventata fondamentale, vivendo la sua grande stagione con Lisia, Isocrate e Demostene. Per chi si impegnava politicamente era infatti obbligatorio aver ricevuto un'educazione finalizzata all'elaborazione di un'orazione in grado di orientare le decisione di un'assemblea.

Nato ad Atene tra il 460 e il 455 a.C. da una famiglia aristocratica, della vita di Tucidide, al contrario di Erodoto, abbiamo poche notizie e in gran parte sparse, sebbene alcune testimonianze preziose si possono ricavare dalla sua stessa opera.
Secondo fonti molte discusse fu discepolo del filosofo Anassagora e dell'oratore Antifonte di Ramnunte, anch'egli un personaggio di rilievo nell'Atene del V secolo.
Tucidide si ammalò durante l'epidemia che colpì la sua città nell'estate del 429 e si spense anni dopo, intorno al 403, secondo alcuni in Tracia, mentre per altri fu sepolto ad Atene, dove rientrò dopo un esilio, o addirittura in Italia.

Come nell'opera principale di Erodoto, ossia le Storie, anche quella di Tucidide, la Guerra del Peloponneso, è stata tramandata suddivisa in libri, questa volta otto, sebbene tale divisione non risale all'autore.
L'opera si concentra dunque sul grande scontro tra Atene e Sparta avvenuto dal 431 al 404 a.C., conclusosi con la sconfitta di Atene, ma il racconto si interrompe bruscamente nell'anno 411 senza una vera conclusione. La prosecuzione, che va dunque dal 410 sino al 404, si identifica solitamente nei primi due libri delle Elleniche di Senofonte.

La questione tucididea

Come nel caso di Omero e della più complessa questione omerica, ma anche di Erodoto, la critica si è posta il problema della composizione dell'opera storica di Tucidide.
Importante è soffermarsi sull'improvvisa interruzione nell'anno 411. Verso la metà dell'Ottocento lo studioso tedesco Franz Ullrich sostenne l'esistenza nell'opera di due diverse sezioni realizzate in momenti separati, quando l'autore non aveva ancora idea della durata complessiva del conflitto e delle sue molteplici fasi. Si è poi andata delineando una concezione che riteneva l'opera di Tucidide sin dall'inizio unitaria e organica, scritta interamente dopo il 404, cioè alla fine della guerra del Peloponneso. La morte avrebbe poi impedito allo storico di completarla. Egli espresse in prima persona la volontà di concludere la narrazione in quanto vide coi propri occhi la fine della guerra e la sconfitta della propria città, ma evidentemente non riuscì ad arrivare alla completa stesura. La questione della composizione della Guerra del Peloponneso rimane comunque ancora aperta con tutti i suoi aspetti problematici.

Il metodo storiografico

Tucidide, che accusava Erodoto di essere solamente un intrattenitore occasionale, afferma che le proprie narrazioni saranno meno gradevoli e apparentemente meno interessanti, ma certamente più utili e fonte costante di insegnamento per chi vorrà conoscere con chiarezza i fatti accaduti.
Il suo metodo storico presenta delle analogie con quello scientifico usato in campo medico da Ippocrate, in quanto entrambi ritenevano fondamentale lo studio del passato per la previsione degli eventi futuri, dando preziose indicazioni comportamentali.
La metodologia di ricerca di Tucidide si basa quindi su presupposti rigorosi e precisi, in un certo senso scientifici. Egli era per questo ben consapevole di fondare una storiografia del tutto nuova rispetto a quella erodotea, rinunciando agli aspetti più piacevoli della lettura a vantaggio di una indagine severa, concentrata sui fatti politico - militari e priva di quegli elementi favolistici o religiosi che caratterizzano popolazioni e culture diverse.

In modo simile ad Erodoto, Tucidide si basa sulla propria personale osservazione degli eventi e sul racconto di testimoni oculari. Rispetto ad Erodoto mostra però di avere la capacità di selezione delle notizie, operando una scelta critica delle informazioni contraddittorie, esponendo solo la versione che, nel suo giudizio, risulta essere vera o verosimile. Questo criterio, pur apparendo più rigoroso, può incorrere nel rischio di escludere notizie rilevanti. Si può dire infine che rispetto ad Erodoto, grande viaggiatore, Tucidide abbia sempre focalizzato la propria attenzione su Atene, attorno a cui ruota l'intera narrazione.